Le crisi degli ultimi anni continueranno ad avere un impatto anche nella prossima legislatura.

Valutazione politica della nuova legislatura

12.12.2023
12 l 2023

Le crisi hanno caratterizzato l’ultima legislatura e si ripercuoteranno anche su quella 2023-2027. La Confederazione dovrà risparmiare. Questa, a sua volta, può essere una buona notizia per il federalismo.

I comuni costituiscono il gruppo più forte nel nuovo Parlamento. Nel curriculum di 146 dei 246 membri del Consiglio nazionale figura un’attività politica a livello comunale con la carica di sindaco, municipale o consigliere comunale. Si tratta di un numero importante che non è cambiato in modo significativo dalle ultime elezioni nazionali del 2019. Anche in questo caso, come per la composizione partitica, le condizioni sono sostanzialmente stabili. Questo significa che non ci saranno neppure cambiamenti politici?

Se consideriamo in termini strettamente politici i risultati delle ultime elezioni, non possiamo aspettarci grandi cambiamenti rispetto alla scorsa legislatura. I temi chiave come la transizione energetica, i costi della sanità, la migrazione e la sicurezza rimangono gli stessi. È facile dimenticare che gli ultimi tre anni sono stati fortemente caratterizzati dalla pandemia di coronavirus e dalle crisi successive, come la guerra in Ucraina e la carenza di energia. La pandemia di coronavirus, in particolare, anche se è finita come evento di crisi, avrà ancora un forte impatto sulla nuova legislatura.

La Confederazione non sarà così generosa

Questo perché l’elevata spesa finanziaria della Confederazione per affrontare la pandemia ha lasciato alcuni strascichi sul bilancio federale. Le conseguenze saranno concrete per diversi progetti politici che riguardano anche i comuni. Il dibattito sulla custodia dei bambini complementare alla famiglia ne risentirà sicuramente. La Confederazione non sarà così generosa come si pensava inizialmente. Il dibattito parlamentare lo ha già dimostrato.

Lo stesso varrà per altri progetti, come la gestione politica della carenza di alloggi. Il Consiglio federale farà sempre più riferimento all’attuale ripartizione delle competenze tra la Confederazione, i cantoni e i comuni. Anche il fatto che la Banca nazionale svizzera non distribuirà più gli utili alla Confederazione e ai cantoni nel prossimo futuro influenzerà la prossima legislatura. Si può quindi ipotizzare che sui prossimi quattro anni spirerà un vento di austerità.

Tuttavia, non è necessariamente uno svantaggio per il federalismo se la Confederazione si limita ai propri compiti principali. Se manca il denaro da investire in tutti i tipi di progetti di politica nazionale, ogni livello statale svolgerà i compiti che gli sono effettivamente assegnati. Gli investimenti saranno quindi effettuati principalmente laddove necessario. Ad esempio, negli importanti progetti infrastrutturali nazionali per le ferrovie e le strade. Oppure nei programmi d’agglomerato e nella politica regionale e turistica.

Costi sanitari e pianificazione del territorio

Per quanto riguarda gli altri importanti dossier politici dei prossimi quattro anni, il primo da citare è quello del Finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS), una pietra miliare nel nuovo finanziamento del settore sanitario. L’Associazione dei Comuni Svizzeri e i cantoni si sono battuti sin dall’inizio per includere le cure infermieristiche nel portafoglio delle prestazioni sanitarie. Il settore delle cure infermieristiche deve essere incluso nel quadro generale insieme alle prestazioni ospedaliere e mediche, sia a livello stazionario che ambulatoriale. L’onere finanziario va dunque ripartito sulle spalle di tutti, a livello pubblico e privato. Oggi i comuni sono gli unici finanziatori dei costi residui nel settore delle cure infermieristiche. Le ultime delibere parlamentari del Consiglio nazionale ci permettono di nutrire grande fiducia nella possibilità di mettere un punto fermo, finalmente. A favore dei comuni.

Nell’ambito della pianificazione del territorio, dopo la conclusione dei grandi dibattiti relativi alla prima e alla seconda revisione, è previsto il prossimo dibattito, altrettanto importante. Dieci anni fa, in sede di stesura della legge sulle abitazioni secondarie, l’ACS si era espressa a favore di una valutazione dell’impatto della legge a una certa distanza di tempo. L’iniziativa parlamentare (20.456) «Abrogare le inutili e dannose restrizioni della legge sulle abitazioni secondarie in materia di demolizione e riedificazione di abitazioni costruite secondo il diritto anteriore» ha avviato una prima discussione in merito. Ne devono seguire altre e di fatto così sarà. Dopo tutto, è chiaro che gli effetti dell’atto normativo non sono solo positivi, soprattutto per i comuni. Ad esempio, la severa legge limita fortemente lo sviluppo dei nuclei (storici) nei comuni di montagna. La conseguenza è l’esodo degli abitanti del luogo. Seppure abbia avuto un certo effetto nei punti caldi del turismo, la legge sulle abitazioni secondarie ha avuto conseguenze negative soprattutto nelle regioni turistiche periferiche. L’ACS vorrebbe almeno che si instaurasse una discussione aperta senza mettere in discussione la volontà dei cittadini.

Un ultimo tema che caratterizzerà la nuova legislatura sarà il servizio pubblico. In primo luogo, si tratterà della riorganizzazione di quello postale. Non si discuterà solo del numero di uffici postali, ma anche del contenuto del mandato pubblico e delle modalità secondo cui la Posta dovrà attuarlo. In secondo luogo, il finanziamento pubblico del settore dei media: quale fetta del canone devono ricevere i media pubblici e privati svizzeri per permettere di mantenere la diversità dei media e dell’informazione regionale? Si tratta di due questioni che implicano un forte impatto a livello comunale. L’ACS parteciperà attivamente al dibattito.

Christoph Niederberger
Traduzione: Annalisa Cipolla
Direttore Associazione dei Comuni Svizzeri