Una vita migliore per gli anziani che abitano in valle
Nel piccolo paese di Monte in val di Muggio si sta realizzando un progetto architettonico-urbanistico inteso a migliorare la qualità di vita degli anziani. Anche la formazione di «Tutor di comunità» gioca un ruolo importante.
La forte migrazione dalle vallate alpine verso i centri urbani ha rilevanti conseguenze per la popolazione anziana che rimane in valle. Nelle regioni periferiche, l’offerta dei servizi tende a diminuire e il tessuto sociale si impoverisce. Il villaggio di Monte in val di Muggio desidera fare il possibile per preservare la qualità di vita della popolazione anziana attraverso l’adozione di soluzioni innovative e sfruttando al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie di comunicazione.
A Monte si sta sviluppando un progetto pilota basato su una ricerca condotta nel periodo 2018/2019 nelle valli di Muggio e di Onsernone su mandato del Consiglio svizzero degli anziani. Questo studio ha evidenziato il bisogno e il desiderio delle persone anziane di poter continuare a vivere nella propria casa e nel proprio territorio il più a lungo possibile e ha messo in evidenza l’importanza fondamentale delle relazioni sociali per il benessere psicologico dell’anziano e per garantire un’esistenza piena di significato. Tenendo conto dei numerosi dati raccolti nel corso dello studio sono state formulate dieci raccomandazioni che spaziano dall’ eliminazione di barriere architettoniche alla creazione di centri multifunzionali.
Corrimano, panchine, attrezzature per parchi gioco
Il Comune di Castel San Pietro ha fatto sue queste raccomandazioni e ha deciso di mettere in opera le stesse a Monte, frazione del paese situata a 700 metri di altitudine sulla sponda destra della Valle di Muggio, la valle più a sud del Ticino. Monte conta circa cento abitanti distribuiti in modo regolare nelle varie fasce d’età. «All’inizio ci siamo concentrati sugli aspetti architettonici», racconta Giorgio Cereghetti, già municipale per la socialità di Castel San Pietro, che ha dato avvio al progetto, cioè interventi architettonici facilitanti la vita degli anziani, ad esempio dei corrimani, come pure interventi che promuovono la comunicazione, come piazzette con panchine e giochi per persone di tutte le età.
Accompagnati dagli architetti Rina Rolli e Tiziano Schürch, responsabili degli aspetti architettonici, visitiamo il villaggio e scopriamo i lavori in corso: la costruzione di una fontana con accanto una panchina, la realizzazione di gradini per affiancare una preesistente rampa onde rendere più agevole il percorso, la collocazione di un tavolo di fronte all’ex municipio per permettere alle persone di mangiare insieme. «Questi interventi architettonici possono sembrare banali, ma non lo sono», affermano i due architetti. Il loro auspicio è che una volta terminati i lavori, i nuovi elementi siano integrati così bene nel nucleo, da risultare invisibili, come se fossero sempre stati lì.
Questi interventi architettonici si prefiggono di creare nuove opportunità di incontro e promuovere il senso di appartenenza al proprio villaggio. Gli architetti hanno ripercorso la storia di Monte in molte conversazioni con gli anziani. Queste informazioni si troveranno su pannelli esplicativi che verranno posti nei punti più importanti del nucleo, racconteranno la storia del luogo fungendo da promemoria collettivo.
Importanti anche: negozio, osteria, bar
I nuovi luoghi di incontro si aggiungeranno a quelli già esistenti. A Monte, oltre alle piazzette, ci sono un negozietto (La Butega) con una minuscola stanzetta adibita a bar, e un’osteria (La Montanara). Il piccolo bar sul retro del negozio invita a soffermarsi. Anche questo sarà progettato in modo più accogliente. La presenza del negozio e dell’osteria sono di grande importanza, visto che fungono già da luoghi di incontro e scambio. «A Monte abbiamo trovato un terreno fertile», afferma la municipale Marika Codoni che ha rilevato il progetto da Giorgio Cereghetti e ora lo dirige politicamente. Il sostegno finanziario del Comune di Castel San Pietro è generoso, nel marzo 2021 è stato stanziato un credito di mezzo milione di franchi per attuare la prima metà delle raccomandazioni. Ciò è stato possibile perché Castel San Pietro possiede un buon cuscinetto finanziario.
Un aspetto di fondamentale importanza per il progetto è la costituzione di un gruppo di volontari formati, i cosiddetti «Tutor di comunità». Avranno il compito di entrare in contatto con gli anziani e si faranno promotori di un nuovo concetto di quartiere. I volontari riceveranno una formazione di 50 ore che permetterà loro di acquisire le competenze necessarie per svolgere compiti diversificati come ad esempio aiutare gli anziani a utilizzare i media digitali, scrivere un’e-mail o accedere a pagine internet. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio si sono tenuti due incontri informativi a Castel San Pietro e a Vacallo. «Temevamo che non sarebbe venuto nessuno, ma entrambe le volte la sala era piena», dice il responsabile del progetto Dieter Schürch evidentemente molto soddisfatto.
Il progetto pilota prevede pure misure per la manutenzione dei trasporti pubblici e per la costruzione di moderni accessi informatici affinché il villaggio possa essere attraente per nuove famiglie con bambini e per facilitare i contatti intergenerazionali. Un gruppo di accompagnamento segue l’attuazione del progetto la cui inaugurazione ufficiale sarà effettuata il 30 settembre e il 1º ottobre, in occasione di una festa di paese.
A fine giugno, circa 15 studenti dell’Università di Zurigo, dell’Accademia di architettura di Mendrisio e della Scuola superiore di architettura di Barcellona (UPC-ETSAB) visiteranno il progetto e l’intera regione in occasione di un corso estivo. «Oggi l’architettura si concentra quasi esclusivamente sulla progettazione di spazi urbani; noi stiamo ponendo l’attenzione sulle aree periferiche e sulle regioni scarsamente popolate», afferma Tiziano Schürch, che insegna a Barcellona.
Il Cantone di Uri sta seguendo l’esempio
Nel dicembre 2021 il progetto ha ricevuto il premio «Eulen-Award», premio che viene assegnato ogni due anni dalla fondazione Generationplus a progetti innovativi e pratici per gli anziani. Anche l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE sostiene finanziariamente il progetto nell’ambito del suo programma di progetti modello per lo sviluppo territoriale sostenibile 2020-2024. «Saremmo molto lieti se il modello di Monte venisse presto applicato anche in altri comuni», dice l’ARE. Già ora alcuni comuni del Canton Ticino e di altri cantoni svizzeri hanno espresso il loro interessamento. Ciò è confermato anche dal responsabile del progetto Dieter Schürch: «Il Cantone di Uri, in particolare, vuole ora designare il proprio villaggio modello.»