Riflessioni dopo 20 anni da sindaco
In Municipio di Minusio da 32 anni, sindaco da 20 anni, in Gran Consiglio 16 anni e presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi. Minusio ha recentemente inaugurato la fermata ferroviaria. Pochissimi comuni dispongono di una fermata ferroviaria in riva al lago. Una vera piazza a lago per una migliore qualità di vita nel verde. Siamo il sesto comune ticinese, la popolazione è in crescita, e pure il bisogno di una maggiore qualità di vita. In questi anni abbiamo edificato diverse opere pubbliche. Ricordo il ristorante L’Approdo, la ristrutturazione del Centro Elisarion, e l’acquisto della Villa San Quirico: un gioiellino. L’ampliamento in due tappe della Scuola d’infanzia e quello nell’ex Posta per la sede della Polizia e dell’ufficio tecnico. Non siamo riusciti a concretizzare un centro di formazione superiore e una sede museale a livello nazionale nella Cà di ferro, fortezza militare del ‘500 affacciata sul lago. Minusio ha una buona capacità d’investire, un alto grado di attuazione delle infrastrutture pubbliche, finanze sane e servizi di prim’ordine. Siamo un comune residenziale. Non credo che le aggregazioni siano la ricetta per tutti. Oltre a non portare a una vera riduzione di costi per l’amministrazione pubblica, possono mettere a rischio la prossimità. In ogni caso devono essere progetti di sviluppo.
Lascio la carica di sindaco, ma non quella di presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi. Ciò che mi mancherà sarà il contatto con la popolazione. Ho offerto ascolto alle persone in difficoltà. Mi mancherà il rapporto con i colleghi di Municipio, le collaboratrici e i collaboratori comunali che, ricordo, sono quasi 200 persone.
«Ciò che mi mancherà sarà il contatto con la popolazione.»