I turisti scoprono il centro di Poschiavo (GR).

Poschiavo: un modello per il futuro delle regioni di montagna

08.08.2025
7-8 l 2025

Patrimonio svizzero ha assegnato al Comune di Poschiavo il Premio Wakker 2025. Un premio più che giustificato per il comune grigionese di lingua italiana che nonostante la sua posizione periferica a sud del Bernina ha mantenuto vivacità e spirito d’iniziativa, concilia tradizione con innovazione e cura la sua storia, architettura e cultura, in un ambiente montano-mediterraneo.

Scendendo dal Passo del Bernina in direzione Italia, prima di giungere al nucleo di Poschiavo (GR), si incontra la frazione di San Carlo. Qui si trova il Mulino Aino, fino a qualche anno fa in stato di abbandono. Grazie alla Fondazione Musei Valposchiavo e in particolare a un gruppo di pensionati, il complesso è stato restaurato ed è un bene culturale di particolare pregio. «Volevamo che questo complesso rinascesse», spiega Emanuele, che, come volontario, guida una visita in italiano e in tedesco.

I visitatori possono rivivere i mestieri di una volta grazie agli impianti funzionanti del mulino, della segheria, della fucina. Nel mulino viene macinato grano saraceno, cresciuto in loco e rigorosamente bio, che viene utilizzato nei ristoranti di Poschiavo e venduto in negozi come ingrediente per preparare i pizzoccheri, pietanza tradizionale della valle. Si è creato il label «100 percento Poschiavo», che unisce tradizione a innovazione.  Sotto il titolo «Dal campo alla tavola» vengono offerti percorsi per gruppi e scuole alla scoperta dei sapori, della storia e delle tradizioni della Valposchiavo.

Un vero polo regionale

Progetti innovativi come questi hanno convinto la commissione del Premio Wakker di attribuire il premio 2025 alla cittadina grigionese. «Poschiavo non è solo un esempio di successo politico e amministrativo, ma dimostra anche come la coesione sociale e l’impegno collettivo possano trasformare un comune di montagna in un luogo attraente e prospero, dove vivere e lavorare», si legge nella motivazione. In effetti a Poschiavo, 3500 abitanti, la popolazione residente non è più diminuita negli ultimi anni. Alcuni giovani sono tornati, creando nuove attività. Stupisce che un comune di questa dimensione offra tanti servizi: una scuola, una biblioteca, un ospedale, una piscina coperta un centro di formazione professionale, tanti negozi di dettaglio. Un vero polo regionale.

«Questa situazione è dovuta al fatto che Poschiavo per tanto tempo era molto isolato», spiega il podestà (sindaco) Giovanni Jochum, che incontriamo nella Casa comunale. Jochum, economista, ricopre questa funzione dal 2019. È il primo podestà protestante e liberale dopo un dominio, durato decenni, di democristiani cattolici. «Fino a metà degli anni 1960 il passo era chiuso d’inverno, e il valico con l’Italia chiuso di notte.» A causa di questo isolamento sono nate tante attività e associazioni per il tempo libero. «Se un paese della nostra dimensione si trovasse vicino a Coira la situazione sarebbe ben diversa», dice Jochum che è molto fiero del riconoscimento Wakker per il suo comune.

«Se un paese della nostra dimensione si trovasse vicino a Coira la situazione sarebbe ben diversa.»

Giovanni Jochum, podestà di Poschiavo (GR)

L’estetica del borgo è stata salvaguardata

La commissione Wakker si è chinata sull’architettura del paese ed è arrivata a questa conclusione: «Il Comune di Poschiavo, iscritto all’inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere di importanza nazionale (ISOS), ha saputo preservare il suo patrimonio architettonico e l’estetica del borgo è stata salvaguardata.» Passeggiare per il borgo è un vero piacere. Stupiscono i tanti palazzi signorili storici, in particolare la prestigiosa via dei Palazzi, i numerosi giardini e orti che, a dire il vero, alcuni proprietari vorrebbero trasformare in posteggi, ma il Comune è molto restrittivo. Accanto agli edifici storici si trovano palazzi moderni che ben si integrano nel tessuto del paese. Poschiavo, è un paese dinamico e vivo. Molti abitanti contribuiscono attivamente alla vita cittadina. Diversi proprietari aprono le loro case o i loro giardini per manifestazioni, quali proiezioni serali di film.  

Grazie a un percorso audiovisivo che si attiva tramite dei codici QR posti su una decina di case storiche, il visitatore scopre storie di vita dei tempi passati, legate all’emigrazione dei pasticceri valposchiavini. Alla fine del XVIII secolo, a seguito dell’occupazione napoleonica della Valtellina, Poschiavo subì un declino economico. Molti abitanti emigrarono nelle metropoli europee, spesso come pasticcieri. L’emigrazione, si trasformò in opportunità. Molti inviarono denaro alle famiglie e al ritorno, portarono nuove competenze e influenze culturali.

 «Non ogni danno vien per nuocere», commentano gli abitanti di Poschiavo riflettendo sulle conseguenze di eventi negativi, come l’alluvione del 1987 che provocò importanti danni in paese, visibili su pannelli fotografici collocati in più punti del nucleo. L’alluvione è stata soprannominata «santa alluvione» perché la pavimentazione del nucleo fu completamente rinnovata, rivalorizzando le antiche strade e piazze che oggi sono per lo più pedonalizzate.

Gli aspetti positivi di Poschiavo sono molti, sussistono però anche delle problematicità, dice Jochum, quali «la bassa natalità», solo una trentina di nascite all’anno, oppure la scarsità di terreni che impedisce alle giovani famiglie di costruire una casa.

Ma ora si festeggia. La cerimonia ufficiale si terrà il 23 agosto 2025 nella’mbito di una celebrazione pubblica. Poschiavo può essere fiero. Il Premio Wakker per un comune vale come una medaglia d’oro per uno sportivo.

Il Premio Wakker

Patrimonio svizzero conferisce ogni anno il Premio Wakker a un comune politico o, in via eccezionale, a organizzazioni, associazioni ed enti simili. Il premio ammonta a 20 000 franchi e riveste un significato per lo più simbolico. Il valore della distinzione risiede infatti soprattutto nel riconoscimento pubblico di misure e interventi esemplari. Il premio è stato assegnato per la prima volta nel 1972 grazie a un lascito dell’uomo d’affari ginevrino Henri-Louis Wakker (1875-1972). Negli anni successivi la donazione è stata alimentata da altri legati che hanno permesso a Patrimonio svizzero di continuare a conferire il riconoscimento fino ai giorni nostri. Il Premio Wakker rende onore ai comuni che si impegnano nel favorire, con accortezza, uno sviluppo dell’abitato e degli insediamenti, in linea con gli attuali orientamenti pianificatori. Tale impegno contempla, in particolare, la promozione della qualità architettonica delle nuove costruzioni, ma anche un approccio rispettoso della sostanza edilizia storica, come pure una pianificazione esemplare, attenta alle esigenze ambientali.

Gerhard Lob
Libero professionista