Milena Folletti, delegata alla trasformazione digitale per il Cantone Ticino.

La prima fase della trasformazione digitale in Ticino

12.10.2025
10 l 2025

Questa primavera il Consiglio di Stato ticinese ha approvato un messaggio governativo relativo all’attuazione della prima fase della strategia per la trasformazione digitale del Cantone Ticino. L’obiettivo è semplificare e rendere più efficiente la comunicazione digitale tra Cantone, comuni e la popolazione.

Sono quattro gli obiettivi concreti della prima fase della strategia per la trasformazione digitale del Cantone Ticino. In primo luogo la creazione di uno sportello digitale, una piattaforma che permetterà alla cittadinanza e alle imprese di accedere a una vasta gamma di servizi digitali in modo rapido e sicuro, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli uffici dell’Amministrazione cantonale o di interagire in altre forme che non siano digitali. Si tratta dell’elemento che avrà il maggior impatto per chi fruisce dei servizi dell’Amministrazione cantonale.

«Per l’accesso si potrà utilizzare un sistema di autenticazione ufficiale e sicuro creato in maniera specifica per gli enti pubblici svizzeri; tecnicamente chiamato AGOV. In futuro sarà inoltre possibile accedere anche tramite l’identità elettronica statale, il cosiddetto «e-ID» che funzionerà come un vero e proprio documento digitale», spiega Milena Folletti, delegata alla trasformazione digitale per il Cantone Ticino.

Il secondo punto riguarda la gestione elettronica delle pratiche, detta GEVER. Anche se non avrà un impatto diretto sulla popolazione – dato che agisce a un livello gestionale interno dell’amministrazione – rappresenta un pilastro fondamentale del processo di trasformazione, in quanto abilita la gestione digitale delle pratiche. In questo senso riduce la carta, garantisce la tracciabilità, uniforma i processi e permette l’introduzione automazioni. Il risultato finale è una gestione più efficiente, più trasparente e sicura.

Il terzo punto è il progetto di «Open Government Data», che permetterà di rendere disponibili alla collettività i dati pubblici, favorendo l’accesso all’informazione e trasformando i dati pubblici in una risorsa che permette di assicurare più trasparenza, collaborazione e innovazione.

Infine, il Cantone punta sullo sviluppo di competenze digitali attraverso la formazione delle collaboratrici e dei collaborati. È previsto un programma per lo sviluppo e l’aggiornamento continuo del personale dell’Amministrazione cantonale. «Riteniamo indispensabile lavorare su più livelli e per questo proponiamo un primo pacchetto di elementi, con un orizzonte temporale di quattro anni, che – se approvato dal Parlamento cantonale – ci permetterà di dare un deciso impulso al processo di trasformazione digitale», afferma Milena Folletti.

«I comuni ticinesi hanno bisogno di un supporto su misura, che tenga conto delle loro differenze e li accompagni gradualmente verso la digitalizzazione.»

Felice Dafond, presidente dell’Associazione dei Comuni Ticinesi e membro del comitato dell’Associazione dei Comuni Svizzeri

Una visione di lungo periodo

La Svizzera non sarebbe la Svizzera senza l’autonomia dei cantoni rispetto alla Confederazione e senza quella dei comuni rispetto ai cantoni. «L’obiettivo è valutare l’impatto sui processi esistenti e ottimizzare l’integrazione digitale tra cantone e comuni, senza dimenticare le rispettive competenze», spiega Felice Dafond, presidente dell’Associazione dei Comuni Ticinesi e membro del comitato dell’Associazione dei Comuni Svizzeri.

Si parla quindi di armonizzazione delle piattaforme digitali per evitare duplicazioni e frammentazione, e di coinvolgimento diretto dei cittadini, affinché i servizi digitali rispondano alle esigenze reali degli utenti.

Secondo Dafond, la digitalizzazione dell’amministrazione ticinese non è un processo che il Cantone possa affrontare da solo: «Richiede una collaborazione strutturata con i comuni, un impegno condiviso e una visione di lungo periodo.» Anche Milena Folletti condivide questa visione, sottolineando anche l'aspetto culturale del cambiamento: «La trasformazione digitale non è solo una questione tecnica e tecnologica, ma soprattutto culturale. Un cambiamento che deve essere attuato da parte di chi opera e da parte di chi fruisce dei servizi digitali. Per questo la formazione svolge un ruolo così importante.»

La reazione dei comuni è positiva

I comuni sono invitati ad aderire ai servizi digitali di base offerti dal Cantone o dall’Amministrazione digitale Svizzera. Le loro reazioni, spiega Milena Folletti, sono state incoraggianti: «La strategia cantonale è stata posta in consultazione ed è stata accolta positivamente. I comuni – comprensibilmente – hanno sottolineato la necessità di disporre di tempo sufficiente per adeguarsi dal profilo tecnico e organizzativo, rimarcando al contempo l’importanza di ridurre il divario digitale e di includere anche quella parte della popolazione meno avvezza alla tecnologia.» Anche Felice Dafond guarda con fiducia al futuro: «I comuni ticinesi hanno bisogno di un supporto su misura, che tenga conto delle loro differenze e li accompagni gradualmente verso la digitalizzazione. L’obiettivo non è imporre un modello unico, ma fornire strumenti, formazione, infrastrutture, standard comuni e risorse, così che ogni ente possa affrontare la digitalizzazione in modo consapevole e offrire ai cittadini servizi moderni ed efficienti.»

Cifre e fatti

Questa prima fase della strategia in Ticino è programmata su un arco temporale di quattro anni. La richiesta di credito sottoposta al Parlamento ammonta a 14,2 milioni di franchi per investimenti e a 2,7 milioni di franchi di spese correnti per il periodo 2025-2028. La trasformazione digitale proseguirà anche in altri settori di competenza cantonale, come la giustizia, la sanità, la scuola, la geomatica, i diritti politici, il fisco, la statistica e la gestione del personale. I nuovi servizi pubblici digitali andranno ad affiancarsi a quelli già esistenti, senza sostituirli: anche in futuro, infatti, l’accesso alle prestazioni e ai servizi dello Stato sarà garantito a chi non ha la possibilità o non desidera usufruirne in formato digitale.

Associazione «Il mio Comune»: nuovo in Svizzera italiana

L’associazione «Il mio Comune» è ora attiva anche nella Svizzera italiana. «Il mio Comune» intende individuare soluzioni visionarie ma concrete e contribuire alla loro attuazione. L’obiettivo è aumentare l’attrattività e la qualità di vita dei comuni piccoli e medi. Il 2 settembre si è tenuto un primo evento a Lugano. L’associazione è uno stretto partner dell’Associazione dei Comuni Svizzeri.

Informazioni: www.mynigmeind.ch/it/

Nora Hesse
Libera professionista