
Costruire di più e meglio: assolutamente locale!
Non sono un giocatore di ping-pong particolarmente bravo. Ma quando si parla di edilizia, sempre più spesso occorre esserlo. Un esempio? Alla fine dell’anno abbiamo rilasciato una licenza di costruzione per trasformare una fabbrica in una zona edificabile. In passato la domanda era stata presentata a non meno di 10 autorità cantonali. Le procedure richiedono molto tempo, ma non per cattiva volontà o mancanza di competenze, quanto piuttosto per carenze sistemiche.
Soprattutto in un’epoca di penuria di alloggi, dobbiamo considerare come snellire le procedure. Vedo due approcci: in primo luogo, sarebbe opportuno rafforzare in modo massiccio l’autonomia comunale in materia edilizia nella zone edificabili. La Confederazione e i cantoni dovrebbero stabilire importanti condizioni quadro per costruire nelle zone edificabili, mentre i comuni stessi decidere in merito alle licenze di costruzione, compresa la protezione delle acque e antincendio o i trasporti. Per questo servono modifiche legislative a tutti i livelli statali e l’ampliamento delle competenze comunali.
In secondo luogo, si ripropongono puntualmente obiettivi conflittuali insanabili tra le diverse prescrizioni legali e le considerazioni di ordine strategico. Non sempre si possono soddisfare tutte le prescrizioni al 100 per cento. In questo caso servono soluzioni pragmatiche, basate interamente sul principio di Pareto. Un «sistema a punti pragmatico» previsto dalla legge potrebbe sistematizzare le autorizzazioni eccezionali e ammettere deroghe. Ancora più veloci da attuare sarebbero le conferenze di conciliazione delle autorità coinvolte.
Non è fattibile, secondo voi? È solo una questione di volontà. Dobbiamo essere coraggiosi e individuare soluzioni innovative per rafforzare la competenza principale «edilizia» dei nostri comuni e superare gli ostacoli burocratici.

«Un ‹sistema a punti pragmatico› previsto dalla legge potrebbe sistematizzare le autorizzazioni eccezionali e ammettere deroghe.»